Per presentare Franco Cappellari, fotografo di Venafro, basta dare uno sguardo alla sua notevole carriera che gli ha permesso di collaborare con riviste importanti come Touring, National Geographic, Bell’Italia, Panorama Travel, Vanity Fair, L’Espresso, solo per fare qualche nome, enti nazionali (tra cui Azienda di Promozione Turistica Toscana, Regione Molise, Regione Puglia) e internazionali come Argentina, Cina, Cipro, Israele, Kenya, Malesia, Nicaragua, Norvegia, Quebec, Spagna, Sudafrica e Venezuela.
Attratto fin da giovane dalle arti figurative, sviluppa la passione per la fotografia successivamente. Fotografia che è possibilità di catturare un momento per sempre, di emozionare attraverso immagini semplici, luoghi e persone comuni, fotografia che è emozione, curiosità, intuizione, creatività, arte e tecnica.
Un fotografo che ha girato e continua a girare il mondo, con Venafro e il Molise nel cuore. “Il legame con la mia città è molto forte, così anche con la mia regione. Pur senza alcun incarico ufficiale, mi sento quasi un ambasciatore nel mondo del nostro territorio. Certo, le cose da migliorare in Molise sono molte. Riguardo al comparto turistico, che è il settore che conosco meglio, la nostra regione non è sicuramente all’avanguardia. Per crescere serve progettualità, programmi a breve e lunga scadenza, possibili e realizzabili. Inutile immaginare megaprogetti senza nessuna fattibilità, meglio un passo alla volta, ma concreto.”
Franco Cappellari Photographer ha un archivio di oltre 100.000 foto e una serie di riconoscimenti guadagnati nel corso degli anni. Quando gli viene chiesto se con una simile carriera ha ancora sogni del cassetto risponde “Ebbene sì. Mi vengono in mente una serie di desideri, alcuni forse irrealizzabili altri invece più a portata di mano. Tra quelli possibili c’è sicuramente la realizzazione di un libro fotografico sul mio splendido Molise, l’altro riguarda la pubblicazione di un libro sulla fotografia aerea, corredato da foto realizzate un po’ in tutto il mondo. I sogni non si fermano qui, ce ne sono altri, ma per scaramanzia preferirei parlarne quando giungerà il momento di tirarli fuori dal cassetto…”