Roccapipirozzi: il prezzemolo nei discorsi molisani

Ci sono cose in Molise che sono e restano leggenda. Una di queste prende il nome di Roccapipirozzi, piccola frazione del comune di Sesto Campano, verso il confine tra Molise, Campania e Lazio. Per chi non è molisano – ma pure per chi lo è – è difficile comprendere le origini di quello che, a tutti gli effetti, nei nostri discorsi è diventato un metro di misura, un intercalare, un evergreen, quasi un’ispirazione filosofica verrebbe da dire. Sì, perché Roccapipirozzi compare come esempio nei discorsi senza che ce ne rendiamo conto. E io questa cosa l’ho scoperta quando ho vissuto fuori dal Molise. C’era sempre almeno una persona non molisana che mi chiedeva “ma perché nomini spesso questo paese nei

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Campobasso: le curiosità da sapere

Dopo il primo articolo dedicato a Termoli, oggi è il turno di Campobasso. A raccontarci la città è il nostro amico Paolo Pasquale di TurismoInMolise. Ecco a voi le curiosità su Campobasso. 1. La città dei due “centri”: centro storico e centro murattiano“Ci vediamo in centro!”. Frase semplice, banale, indica un luogo non meglio precisato ma dove tutti si ritrovano. Così è per Campobasso; non tutti sanno, però, che Campobasso ha due “centri”: quello storico e quello murattiano. A cosa è dovuta questa duplicità? Campobasso nacque ed iniziò il suo sviluppo intorno alla Collina su cui sorge il “Castello Monforte”, scendendo sempre più a valle ed arrivando dapprima ad addossarsi alle mura di cinta e poi, addirittura, ad inglobarle all’inizio del

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Termoli: le curiosità da sapere

1. La città del vento. Del perché sia inutile usare l’ombrello a Termoli quando pioveMi è capitato diverse volte di essere in un’altra città e uscire di casa senza ombrello nonostante le nubi minacciose in cielo. E ogni volta mi sono sentita dire “ma tu esci così? senza ombrello?”. E che ci devo fare, pensavo, dimenticandomi di non essere a Termoli. Perché qui quando piove tentare di ripararsi con un ombrello è quanto di più inutile e snervante ci sia. Ci provi magari, ne compri uno resistente, ma se il vento si affaccia, ti prende a schiaffi e riduce quell’oggetto a brandelli. Non mancano scenette di persone che tentano di domare un ombrello come nemmeno i tori nell’arena. Fatica sprecata.

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Non me ne tiene: la massima espressione dell’essenza del Molise

Per questioni di semplificazione, useremo un linguaggio italianizzato.L’uso del dialetto sarà limitato perché altrimenti aeeee, t salut, e chi ci capisce?! Tra le cose che caratterizzano questa terra ci sono alcuni modi di dire che ogni persona molisana, di nascita o di adozione, fa propri. Uno di questi, senza ombra di dubbio, è rappresentato dalla frase NON ME NE TIENE. La scrivo in italiano, perché ci sono diverse versioni e intonazioni a seconda della zona in cui viene pronunciata. Il non me ne tiene, in verità usato anche in altre zone oltre i confini regionali, qui in Molise è uno stato psico fisico socio economico culturale mentale. In poche parole, fa parte di noi, del nostro DNA, è dentro il nostro sangue e andrebbe scritto

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Di cose che non ti aspetti e sfumature territoriali. Il Molise in pillole

Quando mi sono ritrovata a parlare del mio Molise con chi non è del posto, le cose che mi sono sentita dire, sfottò a parte, sono state domande sulla presenza di questo o di quell’elemento naturale e mille osservazioni sul fatto che quello che c’è in Molise c’è altrove ed è più bello, più grande, più particolare, più speciale, più caratteristico. A questo punto mi sembra doveroso fare uno schema riassuntivo su questa regione, adatto sia a chi il Molise a malapena l’ha sentito nominare alle scuole medie all’ora di geografia sia a chi proprio non si capacita del fatto che ogni luogo ha le sue peculiarità, le sue sfumature di colori, odori, suoni, sapori, elementi e che il bello sta proprio

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