San Pardo nei ricordi di una bambina

C’è una festa in Molise che mi riporta alla mente delle immagini di quando ero bambina. Ricordi che conservo con affetto, pur non essendo nativa del posto in cui si svolge l’evento. Sto parlando della festività di San Pardo che si tiene a Larino il 25, 26 e 27 maggio. San Pardo è il santo patrono di Larino insieme a San Primiano, martire larinese.

La ricorrenza ha origini antichissime. Essa, infatti, è legata all’arrivo delle spoglie di San Pardo nell’anno 842. Il mio legame con questa tradizione è presto detto. Ho una zia larinese e quando ero piccola andavo spesso al paese per vivere queste giornate. Ciò che caratterizza questa festa è una sfilata di oltre centoventi carri rivestiti con fiori di carta colorati e trainati dai buoi. Indicativamente, per preparare dai cinquecento ai seicento fiori, occorrono anche tre settimane. Sono tre giorni vissuti intensamente, in cui i carri sfilano dal centro storico a Pian San Leonardo e ritorno. Sui balconi delle abitazioni del paese vengono stese delle coperte, mentre petali di rose vengono lanciati al passaggio dei carri.

In testa alla processione ci sono i carri più piccoli, seguono poi quelli più grandi in rigoroso ordine decrescente. Più il numero del carro è basso più esso è antico, ovvero appartiene a una famiglia che da diverse generazioni si tramanda questa usanza. Gli ultimi due carri sono quelli di San Primiano e San Pardo. Una cosa molto importante da dire è che i carri partecipano sempre, anche se la famiglia è a lutto. Si può decidere di non sfilare, ma comunque il carro sarà addobbato, aggiungendo bandiere nere in segno di lutto. Solo un anno si può non sfilare e per validi motivi, altrimenti si perde il numero.

Quando ero piccola mia zia mi faceva salire sopra il carro, una cosa riservata quasi esclusivamente ai bambini. L’emozione di girare il paese da quella “postazione privilegiata” la ricordo vividamente, soprattutto durante la sfilata più suggestiva, quella in notturna la sera del 25. Ero incantata dalle lucine che illuminano il carro e dalle torce bianche accese che lo accompagnano ai lati, nella quiete di una notte tardo primaverile. Per gli occhi dei bambini la notte colorata di luci e rivestita a festa ha un che di fiabesco, di magico. Ed è la cosa che ricordo con più affetto. Il 26 si sfila di giorno e la sera si festeggia con i fuochi d’artificio, mentre il 27, dopo un’altra sfilata, si pranza all’aperto, sempre nei pressi di Pian San Leonardo. È una vera e propria scampagnata dove cibo, vino e allegria la fanno da padroni. Per i bambini è l’ulteriore momento di spensieratezza.

Da diversi anni, tanti direi, manco alla festa di San Pardo e ovviamente mi dispiace. Tra impegni vari, vita vissuta fuori regione e altre vicissitudini, è da troppo tempo che non partecipo a queste giornate. L’augurio è di tornarci presto e riviverle come quando ero bambina, con gli stessi occhi di chi si emoziona per la magia di una tradizione secolare tanto sentita e tanto amata.

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