Quando parli con Francesco Angeli avverti tutta la sua fierezza che incarna perfettamente lo spirito del Pride, l’orgoglio appunto. Orgoglioso di ciò che è, del suo percorso, delle sue origini. Classe 1988, all’età di 18 lascia Campobasso per andare a Roma. Per studio, ma non solo. Questo distacco con la sua città di origine gli permette di sentirsi più libero di uscire allo scoperto, ovvero fare coming out. “Ho scoperto di essere gay e ho iniziato a fare attivismo a Roma, diventando nel tempo presidente di Arcigay Roma e vicepresidente di Arcigay”.
La storia di Francesco è una storia di fioritura che parte da una situazione di sofferenza. “Ho subìto episodi di bullismo, sono stato discriminato dalle elementari e me la son portata dietro tutto il tempo. Questo ovviamente ha prodotto in me delle difficoltà di accettazione, infatti poi il coming out l’ho fatto intorno ai 22 anni, nonostante comunque molte persone l’avessero capito prima di me. Non mi sono mai dimenticato la mia storia, le mie origini e la mia terra. Appena ho avuto la possibilità di dare una mano l’ho fatto, prima con l’Arcigay Molise e poi con il Molise Pride. In tutti i modi cerco di essere un esempio.”
Nel luglio 2018, per la prima volta, anche il Molise ha il suo Pride. Una cosa che fino a poche settimane prima della sua realizzazione, sembrava impossibile in questo territorio. A lanciare l’idea, da un palco in Basilicata, ci ha pensato Vladimir. “Lì, insieme a Luce Visco – presidente di Arcigay Molise – abbiamo deciso che quello era il momento di provarci. Ora o mai più. Abbiamo contattato Vladimir e abbiamo iniziato a lavorare al progetto, incontrando tantissime difficoltà economiche, ostacoli, pregiudizi e persino minacce di morte. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta, portando in piazza 5000 persone”.
Alle provocazioni contro il Pride Francesco risponde evidenziando i motivi principali per cui si fa, il perché sia importante scendere in piazza mettendoci la faccia, specie in piccole realtà come il Molise. “La visibilità viene dalla stessa parola Pride che significa “orgoglio” che è il contrario di vergogna. Lo si fa anche per creare dei riferimenti positivi per le persone che si sentono sole. Da quando c’è stato il Molise Pride, sia a me che a Luce, tanti giovani hanno scritto, raccontandoci storie e situazioni in cui chiedevano aiuto. L’aspetto della visibilità serve per cercare di dare una mano a qualcuno, rispondere a quella sofferenza, all’isolamento, alla paura.”
E questa sofferenza nascosta, ingabbiata e isolata, in Molise è ancora qualcosa su cui lavorare. Per questo il prossimo 26 luglio a Termoli ci sarà il Molise Pride, per una storica quinta edizione. Per realizzarlo, Arcigay Molise ha aperto una raccolta fondi a cui si può contribuire cliccando QUI.